Rabbia e risentimento verso alcolista

Qui sono raccolte le testimonianze dei membri Al-Anon che si confrontano con i propri sentimenti di rabbia e risentimento


Come figlia, come ho vissuto e come vivo con l’alcolismo.

 
Nel periodo dell’alcolismo attivo, l’affetto e l’amore di mio padre non  mi sono mancati, quando non beveva era una persona stupenda, è la stabilità della mia famiglia che è mancata, anzi per meglio dire in apparenza sembrava tutto normale ma non era così. L’unica persona di riferimento alla quale potevo affidarmi quando non succedevano liti terribili era mia madre. Ma anche lei stessa era talmente oberata a far quadrare tutto e a nascondere tutto, a fare da zerbino, che non sempre riusciva ad essermi di supporto.
Questa instabilità famigliare come persona mi ha reso insicura, mi rendo conto che tutto questo mi ha veramente troncato le ali, anche come giovane figlia/donna avrei voluto prendere il volo in direzioni diverse da quelle che ho preso.

Ora sono una persona adulta, e mi ritrovo a guardare indietro al mio passato con rimpianto, perché vedo quello che avrei potuto essere o fare, quante cose non realizzate, e mi ritrovo a penalizzare mia madre (colpevole indiretta) con il mio comportamento nei suoi riguardi, per quello che mi ha impedito di essere, perché non mi sono sentita appoggiata da lei quando ne avevo bisogno, perché secondo me non ha pensato di fare di più per migliorare la nostra famiglia, e ha accettato tutto.
Anche lei con il clima che c’era è sempre stata pessimista e lo è ancora molto.
Sono riuscita a trovare la mia dimensione solo nel lavoro, perché era una cosa che potevo gestire solo io, e per me in tutti questi anni è stata la mia ancora di salvezza.

Come figlia, moglie e madre in tutto questo contesto, devo dire solo ora che malgrado tutto l’alcolismo mi ha anche dato una mano. Con il problema del mio famigliare sono approdata in Al-Anon, qui mi sono veramente resa conto che tutto il mio disagio accumulato in tutti questi anni era per il comportamento di mio padre quando beveva.
Anche nella famiglia che mi sono creata mi sono ritrovata ad avere lo stesso problema, e mi sono ritrovata a commettere gli stessi errori inconsapevoli di mia madre: sopravvivere, nascondere per la vergogna agli altri la mia situazione, fare e controllare tutto io perché lui non ne era capace,  limitare i miei figli nella loro vita isolandoli dai loro coetanei, non facevo venire nessuno in casa, insomma ero mia madre, quando mi ero sempre ripromessa che se avessi avuto dei figli non li avrei sottoposti alla stessa mia vita. Insomma tutti in isolamento forzato.
Frequentando Al-Anon ho capito che dovevo smetterla di commettere gli stessi errori che alla fine non davano alcun risultato, anzi peggioravano la situazione. Ho imparato che sono responsabile solo di quello che faccio io, e che devo lasciare agli altri le loro responsabilità specialmente in famiglia. Ho alleggerito la mia zavorra, ed è veramente un vivere diverso. Ho capito che per non ricadere nei miei vecchi comportamenti devo e voglio frequentare il gruppo che mi aiuta ad applicare il programma.
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Insieme possiamo ottenere ciò che è quasi impossibile fare da soli: possiamo superare gli effetti devastanti di questa terribile malattia e imparare a vivere di nuovo.

Fin dalla prima riunione proverete un gran sollievo, perché potrete, forse per la prima volta, parlare con persone che capiscono veramente i vostri problemi, poiché anche loro hanno avuto le stesse esperienze.